venerdì 16 dicembre 2016

Lo chiamavano Il Pensatore....

di Atropa Belladonna


Figura 1. A e B, immagini del pensatore di Canaan (2000 a.C.) (1), trovato nel 2016 a Yehud (attuale Israele).  C e D, lo straordinario bronzetto dall'area cultuale nuragica di Sant'Anastasia (Sardara, CA), pubblicato da Ugas nel 2012 (2,3). Entrambi sono pezzi unici. La composizione cananea, in ceramica, è alta 18 cm. Del bronzetto nuragico non sono stati resi noti dettagli. 


Lo scorso novembre Live Science ha reso nota la scoperta di un vasetto in ceramica durante gli scavi a Yehud, sormontato da una scultura antropomorfa apparentemente aggiunta in un secondo tempo. Il vasetto è tipico dell'epoca (2000 a.C.), l'insieme non lo è per nulla: questo pezzo è un unicum. Il contesto di ritrovamento è funerario, e messi davanti alla necessità di qualche definizione (perchè in Israele con la divulgazione archeologica non scherzano!) gli archeologi responsabili degli scavi lo hanno chiamato Il Pensatore, definizione subito ripresa da altri siti web che lo accostano al Pensatore di Rodin.

Ora navighiamo nel tempo e nello spazio, attraversando il Mediterraneo verso ovest: nel famoso sito nuragico cultuale di Sant'Anastasia, in un momento imprecisato del secolo scorso, emerge un bronzetto, sconosciuto ai più: non è meno straordinario del Pensatore cananeo; non ne conosco le dimensioni, so solo che Giovanni Ugas lo ha pubblicato nel 2012, con la didascalia: "Sant'Anastasia di Sardara: bronzetto raffigurante la stilizzazione di un edificio su cui siede un personaggio in atto di libare" (2, pg. 81). Nel testo scrive: "Restituisce l'impianto circolare e il tetto conico della sala del consiglio una preziosa miniatura in bronzo proveniente dall'areea santuariale di Sant'Anastasia a pianta circolare e tetto conico aggettante(2, pg. 78). E alla nota nr. 2: "Il modellino di edificio era probabilmente l'acroterio di un vaso o di una base d'altare dove si innestava con tre suoi perni (Ugas 2009a, p.44, fig. 21; b, p.176, fig. 4). per la sua forma richiama gli ossuari a foggia di capanna proto-villanoviani e laziali del Bronzo Finale e degli inizi del I Ferro" (2, pg. 94). 


Un anno dopo una piccola immagine del manufatto compare in una tabella dentro lo studio di G. Ugas sui segni di scrittura nuragici (3), sotto la voce "manufatti in miniatura con significato" (fig.2), da cui si evince che il bronzetto non deve essere certo grande. Speriamo che il ritrovamento di Yehud dia un nuovo stimolo alla discussione.
Fig.2 (da 3)


(1) S. Pappas, 4,000-Year-Old 'Thinker' Sculpture Uncovered in Israel, livescience.com, November 23, 2016
(2) G.UGAS, La stagione delle aristocrazie, in “Giganti di pietra”, a cura di: A. Bedini, C. Tronchetti, G. Ugas, R. Zucca,  Fabula ed., pp. 75-104
(3) G. Ugas, I segni numerali e di scrittura in Sardegna tra l’Età del Bronzo e il i Ferro, In: Tharros Felix 5, a cura di Attilio Mastino, Pier Giorgio Spanu, Raimondo Zucca. Roma : Carocci, 2013, pp. 295-377

10 commenti:

  1. Una differenza la trovo anch'io tra i due reperti: se Il Pensatore di Canaan, che secondo me sta guardando il mare da lontano, perdendosi nella profondità di un orizzonte da presbite, appunto pensa, siede proprio sulle punte delle natiche. E ciò, per comune esperienza umana, sta a indicare che siede là da poco tempo e, comunque, è pronto a rimettersi in piedi, se serve.
    Il Sardarese invece siede sulle cosce, con le punte delle natiche molto arretrate.
    Tale posizione, sempre per comune esperienza, è propria di chi sta seduto da una vita e sa che non gli serve alzarsi.
    Ugas dice che il personaggio è "fermato" in atto di libare (che sarebbe lo stesso dire che beve, ma libare non è altrettanto prosaico e sottilmente insinua che potrebbe seguire un rito, tipo versare un po' di bevanda per terra prima di portare il bicchiere - pardon, il calice - alle labbra, che potrebbe essere in procinto di pronunziare giaculatorie rituali o anche una poesia estemporanea a rima alternata e ritornante, proprio tipo repentina, come tout le mond (oggi ce l'ho in testa) usa a Sardara e dintorni).
    Ma se "libare" è un atto meno quotidiano di bere, ecco che la seduta è troppo quotidiana, non di circostanza, incoerente con qualsiasi atto solenne di libagione.
    Non mi ricordo più cosa volevo dire, ma chiudo chiedendomi se il Seduto di Sardara stia "libando" a base di Nuragus o di Cannonau, oppure stia per bere l'amaro calice di chi sta lì ad aspettare una vita e, una volta scoperto, viene accantonato in un angolo come un misconosciuto arnese vecchio, non antico, ormai rassegnato a subire l'onta del tempo e dell'altrui resipiscenza.
    Confesso che il termine resipiscenza mi piace e ce lo ficco ogni volta che voglio parlare dotto, un po' come metterei "nostalgia" in una lettera d'amore. Non è detto che qua sopra non sia meglio sostituirlo con "mancanza di resipiscenza".
    Può darsi che suoni pure meglio e, comunque, resipiscenza resiste!

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    1. Guarda, io ho avuto pensieri ancora più "trivial" dei tuoi: quando ho letto che quella è una sala del consiglio ho pensato "quello non è un pensatore, è un antennista".
      sarà il Natale che si avvicina.
      Ma questo post è oscurato dalla notizia del giorno a Monte Prama, pazienza! hai visto i "monumentini" ( si fa per dire, sono alti 1.60 metri) con 8 torri? che per me quattro di quelle sono obelischi.

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  2. Nel video de L'Unione Sarda si parla di “nuraghe a 8 torri conservati benissimo, dove sono evidenti alcune scritte decorative”. Beh in effetti se così è, non possiamo certo dar loro torto; e come dire che mi faccio fare un tatuaggio in lingua araba perché mi piace la figura, benché non né capisca il significato: è una scritta decorativa!

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  3. 'Scritte decorative'. Usai nel fare il furbo si è dato la zappa non solo ai piedi. Ha ragione: 'Scritte decorative' è la dizione giusta. Perfetta. Come quelle egiziane: sono scrittura e decorazione ovvero 'GEROGLIFICI'. Ché quei segni nei modelli di Nuraghe erano 'sacri', espressione di religiosità e non servivano certo per i commerci o come cartelli stradali. Bravo Usai!

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    1. Per dovere di cronaca riporto quanto letto su Facebook, con la smentita della Dott. Silvia Vidili:

      Bah!

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    2. "Carissimi contatti stamattina é uscito un articolo dell'Unione Sarda relativo alla conferenza stampa tenutasi ieri per le presentazione dei risultati dei saggi di scavo nei terreni privati di Mont'e Prama confinanti con quello della confraternita. Tra le informazioni riportate vi è un passo in cui si attribuisce a Alessandro Usai una frase mai pronunciata in cui si fa cenno a scritte incise ancora da analizzare. Tagliamo la testa al toro, perché sui modelli di nuraghe rinvenuti non c'è nessuna scritta, si tratta di reperti eccezionali per il loro stato di conservazione e per i dettagli architettonici che mostrano. Le incisioni presenti non sono segni di scrittura ma solchi rettilinei che rappresentano mensoloni e le probabili feritoie sulle torri minori."

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  4. Ma non si era detto che il bronzetto di Santa Anastasia era riferibile all'oracolo? Chi mai era seduta sopra il treppiede? Forse per la prima volta sappiamo com'era fatto questo strano sgabello.

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    1. Direi anche, se c'è un'analogia, che si tratta del vaso/paiolo su cui sedeva (e quindi non un edificio). Continuo a pensare si tratti di una "pizia" anche io, anche se il confronto è interessante. Anche perché il volto di profilo mi ricorda quello del bronzetto NR.181 del catalogo di lilliu.

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  5. Feritoie? Esumaria! Ma di che parla? Pensavo che un certo linguaggio l'avessero abbandonato.

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  6. Dico una scemenza.......a me sembra uno che suona "u cornu "la buccina.Fino a qualche decennio fa quando ci si chiamava da una barracca all'altra si suonava il corno.Il personaggio mi da anche l'idea di avere la guancia gonfia causa il soffiare per emmetere il suono.Anche la seduta è bella comoda e ricorda la mia.Niente,tutto qui una sensazione.......salüi

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